di Franco Lanfredi aka Lanfree
2002, Editoriale Sometti, Mantova

COLORI DELLA LUCE
Il merito esatto di ciò che è arte e quello che non lo è deve ancora, dopo tanti secoli, essere deciso con chiarezza. Non esiste la formula decifrabile per la meritocrazia intellettuale. Ogni tempo ha le sue discipline e ciò che è gradito in un’epoca è dimenticato in un’altra. La via del sublime è difficile e sconosciuta ma è altrettanto stimolante e avvincente.
Anni fa (molto tempo è passato) avevo scritto in un avventuroso pensiero, che il giudizio possibile approssimativo di un’opera d’arte non sarebbe stato l’uomo a definirlo, ma un suo alleato energetico, l’elaborato di un computer. Selezionare la quantità visibile o intuibile di intelligenza, umanità e bellezza. La possibilità di calcolo deciderà dei valori la cui somma ci dirà, forse, quanto può essere alta un’opera al confronto di un’altra.
Ovviamente questa è una futura ipotesi, anzi una avventura fantascientifica, ma questo per dire che “l’inebriante tecnologia” del mondo contemporaneo può indicare sempre più una fratellanza tra l’uomo e i suoi giocattoli pensanti.

Per millenni si è usato scalpello e pennello per creare un’immagine osservabile. Ed oggi con tanta più facilità si usa quell’alieno elettronico che è il computer. L’arte moderna, che ha riempito musei, sembrava tutto e ogni cosa, ed invece ora è insidiata. Un’altra forma di immagine è creata. Proviene da un caos profondo del potere della “energia” e si affaccia con un gioco di colori e di forme eccitanti. Sono i geli-di pixel dello schermo che appaiono nuovi, docili e super ubbidienti, che si introducono in una estetica moltiplicata e che hanno uno strapotere di efficenza, visibilità, comunicabilità. Un pixel semplice e micrometro, ma che può in un attimo attraversare il mondo, da uomo a uomo lontano, lontanissimo.
Cosa può dunque fare di più un povero pittore con tavolozza e pennelli in una stanza per completare un quadro e aspettare.Il tempo velocizzato ha dato esperienza a un nuovo ed intensivo sviluppo, ad una gioventù creativa lanciata verso il futuro, verso il nuovo genio della specie per un’arte diversa.
Ed è sempre una gara persistente per il diverso, in cerca di quel filo intellettuale che crea le mode, le novità, gli stili e i concetti. Che stimola la passione per appropriarsi di spazi diversi al confronto del passato.Ed ecco quindi formarsi un promesso artista di web design, spesso slegato dal mestiere del passato, candido e ammaestrato per lavorare con l’intangibile, veicolare informazioni visive. Egli può avere un’arte intesa come abbellimento della propria mentee che diventa accessibile e visibile a tutti, ovunque, in qualsiasi luogo. Un’avventura mai immaginata in millenni di civiltà che diventa pratica semplice e amorevole.Come dopo un’eclisse appare la luce, così dal buio del computer appare il pixel di luce, l’arcangelo splendente che informa calcola esprime e raccoglie i simboli del pensiero per restituirli attraverso i punti luce del monitor a volte in modo generico, ma altre con una suggestione diversa dalle antiche immagini.Vi è un condensato di universale nella libera rivisitazione che il webdesigner informa con leggerezza sfiorando i tasti e richiamando forme e colori. Arrivano d’impatto dentro il rettangolo luminoso dello schermo, qualcosa di immateriale senza sostanza, incorporeo e di pura visione dove non esistono limiti e frontiere. Sono messaggi di luce che giungono da un potere etereo, dall’antica energia del sole che giunta sulla terra e qui riposata ora si trasforma in potere elettronico, indefinibile come forza, tuttavia sparsa dovunque nell’universo e che resiste al passaggio del tempo senza limiti.
La luce, strumento del nuovo artista, costruttore di immagini luminose: il webdesigner che lavora nella penombra con un colloquio silenzioso col suo traduttore di idee e pensiero, il computer, campione di memorie, maestro nell’ordine, ubbidiente alla sapienza. Un aggeggio strano e generoso che restituisce il suo insondabile contenuto al solo tocco di una tastiera, una soffice carezza. Un regalo così grande non poteva l’umano aspettarsi. Come questo è generoso di scienza, tecnologia, velocità di informazione, un potere così grande non può non coinvolgere l’arte che è l’assoluto dell’uomo.
Con la sua presenza e con i prossimi webdesigners, con coloro che ne sono i detentori piloti, darà certo contenuti da integrare ad una formula aggiunta alla storia del- l’arte, l’arte della luce, la webdesignart con i suoi vaghi bagliori colorati provenienti da rarefatte distanze e da confini oltre il buio del tempo.