
Il fumettista italiano parla dei suo disegni e dei messaggi politici che contengono.
di Asteropi Lazaridou (BHMA sabato 25 aprile 2006)
“Nei musei dovrebbero conservare le fotografie di coloro che hanno vissuto una guerra, non le operebanali di Botero “: l’ironia del disegnatore italiano Gianluca Costantini è pervasiva nelle sue opere in bianco e nero. Le ciniche righe che accompagnano i suoi disegni, anche se seguono i canoni della calligrafia, non hanno come obiettivo principale il mantenimento della forma. Al contrario, non esitano a parlare di verità che fanno arrabbiare, mettono in difficoltà e si occupano perlopiù dei mali della guerra e della confusa situazione politica che regna in qualsiasi parte del globo si guardi. Il pubblico ateniese ha l’occasione di conoscere il suo elaborato cinismo grazie alla mostra “Political Comics” che sarà ospitata nello spazio espositivo delle edizioni Vavel a partire da lunedì 27 marzo fino al 15 aprile.
Questo illustre artista crea disegni complessi, densi, che ti obbligano ad osservare a lungo fino a controllare anche il più piccolo dettaglio. Non vedremo mai le sue immagini senza parole ” Il silenzio dei fumetti è insostenibile, non lo sopporto! Sono a favore della vicendevole influenza di parole e disegni, questa è la vera forza, questo rende questa arte unica e particolare strumento di comunicazione” egli ci tiene a sottolineare. Ama il bianco e nero per i forti contrasti che offre ed in particolare perché non è regalato: “non ti lascia margini per poterti nascondere dietro trovate, non puoi vendere ciò che non sei”.
È stato più volte vittima di censura: Alcuni editori adottano la censura preventiva. Avendo visto tuoi lavori precedenti, decidono a priori che non vogliono lavorare con te.
Anche se si occupa di pagine infelici dell’attualità, non perde il suo ottimismo: è certo che i fumetti politici non possono cambiare il mondo, possono però rendere affilate le menti del pubblico, facendolo fermare per alcuni secondi davanti ad una piccola vignetta, isolando un elemento della realtà che purtroppo è passato tra le righe dei mezzi di comunicazione di massa, conclude. (Traduzione Elettra Stamboulis)