di Massimiliano Panarari
da La Stampa, giovedì 15 marzo 2012

Comunismo a fumetti. Chissà cosa avrebbero pensato gli austeri e intransigenti agit prop dell’ideologia (o, come usa dire da qualche tempo a questa parte, narrazione…) che più ha segnato il Secolo breve, del fatto di vedersi raffigurati attraverso il linguaggio delle strisce e delle nuvole parlanti.
E, così, accanto all’albo su Castro di Reinhard Kleist appena uscito per i tipi di Black Velvet, e dopo aver già fatto uscire Que viva el Che Guevara, la casa editrice Becco Giallo – ormai specializzata in graphic novel sulla politica e l’attualità – pubblica Cena con Gramsci (pp. 128 15 euro), riduzione a fumetti di uno spettacolo teatrale di Davide Olmi, sceneggiata da Elettra Stamboulis e disegnata da Gianluca Costantini. Un vero e proprio progetto culturale (e, ca va sans dire, pedagogico) ideato da Roberto Rampi e Marta Galli con l’obiettivo di far conoscere il pensiero dell’intellettuale italiano del Novecento più tradotto del pianeta, rendendo Gramsci “pop”, come scrive nella prefazione Beppe Vacca. Sotto il cielo severo della Torino contemporanea, uno studente fuorisede, con il suo iPod d’ordinanza, intreccia un fitto dialogo con due personaggi immaginari che lo illuminano sull’attualità delle dottrine del filosofo incarcerato da Mussolini (e “sterilizzato” da Togliatti). A contemplare il graphic novel multidisciplinare ci pensa poi l’appendice finale con un glossario dei concetti fondamentali del pensatore, compilato dai principali gramsciologi italiani (da Nicola Badaloni a Umberto Cerroni e Aldo Tortorella).
Il segno dei tempi… E, d’altronde, a ben pensarci, chi meglio di uno dei teorici più originali e fuori dalle righe del marxismo, e inventore della categoria di egemonia culturale, potrebbe apprezzare un linguaggio nuovo e un prodotto simbolico che vuole agire sui cuori e sulle menti delle giovani generazioni per appassionare alle sue tesi?