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Gianluca Costantini
Reality / Personal Exhibitions

Mangiare sandwiches di realtà, Centro Arti Opificio Siri, Terni

a cura di Chiara Ronchini

Caos | Centro Arti Opificio Siri, Terni
Terni Festival Internazionale della creazione contemporanea 19-29 settembre 2013

Inaugurazione giovedì 19 settembre ore 18.00 | www.ternifestival.it

Attraverso lo specchio della finzione si riflette la realtà di un mondo in continua contraddizione con se stesso. Un mondo confuso e spaesato dove la realtà si veste d’irrealtà, dove la finzione diviene la regola. Costantini sceglie la politica discussa attraverso l’unico mezzo a lui fedele: Il segno. Una lotta che al posto di bombe a mano scaglia disegni, parole e linee su di un foglio bianco. Una battaglia che non ha paura ma vuole conseguenze. In questo progetto Mangiare sandwiches di realtà ritroviamo un lavoro in continua evoluzione parte del progetto Political Comics. Un diario che viene scritto ed aggiornato giorno per giorno dall’artista, guardando al presente e pensando al futuro. Per non essere mai indifferenti bisogna scegliere da che parte stare, e se certe cose non si accettano, bisogna urlare, reagire e provare a cambiarle. Questo fa Gianluca Costantini, senza mai fermarsi. E i suoi disegni, che sono molto di più e iniziano a prendere parola.

Il 19 settembre alle ore 18.00 presso la Project Room del CAOS Centro arti opificio siri di Terni, la mostra MANGIARE SANDWICH DI REALTA’ di GIANLUCA COSTANTINI, curata da Chiara Ronchini, inaugura l’ottava edizione del TERNI FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA CREAZIONE CONTEMPORANEA (19-29 settembre 2013).

La net art è l’ultima avanguardia del XX secolo, ha scritto di recente Valentina Tanni. Un modo di fare arte che dagli Anni Novanta assume Internet come mezzo di produzione e luogo di fruizione dell’opera, in una dimensione spazio-temporale virtualmente illimitata. Ancora oggi la sperimentazione artistica nella e dalla rete continua a segnare un percorso fitto di interrogativi sulle mutazioni e sulle interpretazioni che il suo tessuto smaterializzato e interattivo produce continuamente sull’identità stessa di concetti come arte, linguaggio, informazione. Come dimostra Mangiare sandwich di realtà, la mostra di Gianluca Costantini, a cura di Chiara Ronchini che ha segnato l’apertura al CAOS (Centro Arte Opificio Siri) di Terni dell’ottava edizione del Festival internazionale della creazione contemporanea.
Mangiare sandwich di realtà è la versione espositiva e “musealizzata” di un lavoro online costituito da una mappa interattiva dell’intero pianeta, contrassegnata da una serie di pin che si aprono su altrettante immagini in progress: segni, disegni, e parole che raccontano storie, eventi e sensazioni che hanno sempre un riferimento diretto al luogo e al suo territorio. Una mappa che a prima vista è una mappa di guerra che evidenzia conflitti, lotte, repressioni, sangue, tutti quegli eventi che sono oggetto continuamente di un’informazione fagocitante ed estraniata e che Costantini si impegna a recuperare quotidianamente e ad aggiornare criticamente nel sito politicalcomics.info. Ma Mangiare sandwich di realtà contiene anche storie sotterranee e  nascoste, persone e link legati al tempo e al luogo della mappa, situazioni di un non detto e non visibile che l’autore-blogger ha scoperto girando nel web, con cui stabilisce un dialogo e che rimette in circolazione.

Si tratta di un progetto che risale al 2004, che cambia giorno per giorno, e in cui è fondamentale il linguaggio del fumetto. Costantini nasce infatti come fumettista e ha un vasto raggio di azione – libri, blog, riviste, mostre – in cui l’elemento centrale è ciò che egli chiama political comics: un genere, se così si può chiamare, che inserisce tra i codici del fumetto – immagine, testo, sequenza – precisi intenti politici e culturali. “Lotto con il disegno”, afferma, “il mio è un attivismo grafico. I miei Political Comics non producono facile valore di mercato ma bellezza e rari valori d’uso politici e culturali”. Intenti e matrici che sono evidenziati a Terni dall’esposizione – accanto al grande schermo su cui l’osservatore può navigare – di una serie di tavole in corrispondenza a una serie di specchi, metafora (e stimolo) di una presa di coscienza. E in mostra a Terni non poteva mancare la raffigurazione del sindaco della città, Leopoldo Di Girolamo colpito a sangue mentre partecipava alla protesta degli operai delle Acciaierie.
Un’ultima considerazione suggerita dalla interazione tra fumetto e net art messa in evidenza da questa mostra, rimanda a un problema ambiguo e complesso che riguarda, sia pure in modi non sistematici, tutto il vasto territorio delle arti mediali, dal video alla net art: il rapporto cioè con la tradizione del disegno e della pittura. Nell’orizzonte dell’arte intermediale si riscontrano infatti elementi di riferimento diretti e indiretti a iconografie, rielaborazioni, citazioni e trasformazioni dei modelli offerti dai grandi capolavori del passato; e inoltre modalità di visione che rimandano al quadro o al dipinto murale – in questo caso alla grafica del fumetto -, e alle stratificazioni immateriali delle loro interpretazioni. Dunque un fitto e malleabile sistema di interrelazioni che porta, tra l’altro, a riconsiderare non solo il ruolo della pittura nell’immaterialità di dispositivi sempre più sofisticati e sempre più diffusi, ma anche il posto del corpo nella dimensione del digitale.

Silvia Bordini per Artribune

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