Katzyvari. Rivista stramba & pretenziosa di fenomeni subculturali 1992 | 1994
G.C. Katzyvari nasce da un gruppo di studenti dell’Istituto d’arte. Non è facile trovare storie di gruppo che partono da così giovani, soprattutto nel mondo del fumetto. Sembravate più una Band che un gruppo di disegnatori?
In realtá tutto e partito da me e David (Vecchiato), gli altri si sono aggiunti strada facendo, come spesso accade nelle band, solo che non avevamo groupie. I fumetti non sono rock!

G.C. Il gruppo originario di Katzyvari era Diavù, Stefano Piccoli, Carlo Chericoni, Fabizio Spinelli, Fabio Bonini e tu. Com’era Paolo Campana in quel periodo quali erano i tuoi sogni?
Bella domanda. Parliamo del pleistocene. Come si è a 18/19 anni quando ti inventi una casa editrice, una rivista e vuoi spaccare il mondo? Ogni giorno era fantastico, sentivi che le idee, anche le più folli erano realizzabili. Katzyvari mi ha insegnato da subito a non avere timori reverenziali verso nessuno, nel numero zero avevamo Giobbe Covatta e Antonio Rezza. Non li conosceva nessuno…G.C. Curavi anche la grafica della rivista?
Tutti facevano tutto, io e David facevamo grafica a scuola, la cosa era naturale.
G.C. Realizzavi molti fumetti in quel periodo con lo pseudonimo OttoKin, perché hai smesso?
Sono sei anni che non disegno in maniera professionale, malgrado qualcuno ancora me lo chiede… Il tempo, la voglia, altri interessi, ogni tanto ci penso e mi dico…ora mi ci metto. Dopo tutto questo tempo ê come confrontarsi con noi stessi. Non mi va.
G.C. Per te Katzyvari era una rivista underground? Oppure qualcos’altro?
Assolutamente no! Se ci fossimo sentiti underground non saremmo mai andati in distribuzione in tutta iItalia in edicola. Ricordi? Giovani e supponenti. Uscimmo dal underground prima ancora di passarci.
G.C. Frequentavi il festival H.I.U.?
No. Era David quello più H.I.U. io al massimo Lucca Comics.
G.C. Perché ad un certo punto il gruppo Katzyvari non funzionò più?
Perche si cresce e le rock band si sciolgono (con o senza Yoko Ono),
G.C. Diavù continuò la sua esperienza editoriale con Tank Girl, ma anche tu continuasti con altri progetti, soprattutto nel web, ci vuoi raccontare qualcosa?
Dopo Katz, ho lavorato (era giunta l’ora) nella grafica e in qualche progetto legato al fumetti, ma poche cose in effetti…
G.C. Che cosa fa adesso Paolo Campana?
Faccio il grafico e il blogger e devo dire che incredibilmente mi piacciono entrambi. Come grafico ho lavorato e lavoro anche nel mondo dei fumetti. Attraversando ogni epoca editoriale e giungendo in questo periodo anche in Bonelli. Il prossimo anno festeggio invece i dieci anni di bloggokin.it e mi viene da ridere se qualcuno mi avesse detto che oggi si poteva comunicare così.