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Gianluca Costantini
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Memorie dell’underground di Stefano Zattera

H.I.U Happening di fumetti e illustrazione underground 1993 | 2003

Erano i primi anni novanta. Avevo da poco finito l’accademia e le avevo provate tutte – pittura, scultura, arte concettuale, fotografia, cortometraggi, racconti – ma mi ritrovavo ad annaspare nel vuoto.
Improvvisamente ebbi la folgorazione. Mi accorsi che il mezzo che mi esprimeva al meglio era quello che non avevo mai preso sul serio. La valvola di sfogo che non avevo mai abbandonato durante il mio peregrinare creativo: Il fumetto.
Con il tempismo che mi contraddistingue, decisi di intraprendere seriamente la strada dei comics proprio nel periodo in cui chiudevano una dopo l’altra – neanche fosse stata un’epidemia – le riviste di fumetto d’autore.
Con altri amici avevo fondato un circolo culturale. Otttomat, a Montecchio Maggiore vicino a Vicenza.
Qui circolavano tutti i creativi allergici al mainstream della provincia e conobbi Dast e Mauro Chiarotto (SpiderJack/Jack Rapid).
Ci fu subito sintonia, sia sull’interesse per un certo tipo di fumetto, sia sull’esigenza di cercare/creare canali alternativi per produrlo e diffonderlo.
In quel periodo nacque Delirio. La mia prima autoproduzione a cui ne seguirono altre. (La Zattera di salvataggio, Baby Burger & Fast Dog, I viaggi dello Psiconauta, ecc.).
Conobbi e collaborai anche un altro Vicentino Sandro Staffa e, tramite lui, il gruppo romano di Katzyvari, Maurizio Ribichini, Diavù e Stefano Piccoli. Si cercava di costruire una nuova rivista del fumetto alternativo.
Tribù, che contribuii a promuovere ma che chiuse prima che potessi pubblicarvi.

Si frequentavano le fiere del fumetto dove chi faceva autoproduzione girava con le copie sottobraccio, come uno spacciatore. Conobbi Bad Trip, Jorge Vacca che pubblicava il lavoro di Miguel Angel Martin, Max Traggher, Gianluca Costantini, Squaz, Alessio Spataro e molti altri.
Il giro di contatti con autori/autoproduttori cresceva a macchia d’olio fin oltre confine. Ci si scambiava il materiale e si pubblicava uno sulla fanzine dell’altro. Si facevano i banchetti nei concerti, negli eventi, si portavano le copie di persona nei centri culturali e sociali e nelle librerie alternative creando una rete informale di distribuzione. Collaborai con Interzona di Niccolò Grosspietro a Torino. La slovena Stripburger curata, tra gli altri, da Igor Prassel in cui pubblicava Zograf e che dava spazio ad autori italiani. La francese Hopital But di Pakito Bolino e soci, le belghe Sinus e Rancune di Matias Leihman, la portoghese Biblia, la spagnola Monografico, Le americane Malefact e Panic.
Partecipai alla raccolta di figurine sui serial Killer italiani di stampa alternativa curata da Michele Mordente.
Apparsi anche nell’ottima rivista Schizzo, del centro fumetto Andrea pazienza (capitanato da Michele Ginevra) che pubblicava autori interessanti e innovativi – come Arcidiacono e Sorrentino – oltre a ben curati albi monografici di molti altri (come il mio Earl Foureyes Mutant detective). E poi Inguine curata da Gianluca Costantini, Elettra Stramboulis, Paper Resistance, Spaghetti di Marco Corona
Interessanti autoproduzioni come Bad Mutant, Snuff con Massimo Perissinotto, Maurizio Ercole, Alberto Corradi, BZZ di Sandro Staffa, le fanzine di Nicoz, Lamette di Simone Lucciola e Rocco Lombardi, The Artist (antenato di Puck) di Ivan (Hurricane) Manuppelli e soci, Mondo Mongo.
Conobbi anche Gianluca Umiliacchi cultore delle fanzine che fondò il sito www.fanzineitaliane.it e aprì una fanzinoteca a Forlì, credo tutt’ora aperta al pubblico.
Una manifestazione storicamente di rilievo per il panorama del fumetto alternativo fu l’Happening Underground, ideato da Marco Teatro, che costituì un’appuntamento annuo dedicato esclusivamente all’underground, all’arte d’avanguardia e alla controcultura. In contrapposizione alle varie mostre mercato italiane che davano visibilità in prevalenza a un fumetto commerciale e standardizzato.
Altro evento importante per il fumetto antagonista italiano fu la grande collettiva itinerante contro la censura a sostegno di Jorge Vacca e della sua Topolin edizioni, nei guai con la giustizia per la pubblicazione di un albo di Miguel Angel Martin accusato (ciecamente) di istigazione alla pedofilia. Una mostra organizzata da Davide Toffolo che girò per tutta Italia.
Una delle realtà più importanti per l’autoproduzione era all’epoca Mondo Bizzarro a Bologna che esponeva molto materiale autoprodotto. Libreria che divenne in seguito anche editore di riviste come Helter Skelter e alcuni libri di illustrazioni mie e di altri esponenti dell’underground Italiano (Bad Trip, Giacon, Dast, Spiderjack, Gianmaria Liani); e infine galleria dove esponevano artisti legati al fumetto underground internazionale. Precursori di quell’arte che in seguito venne definita pop surrealismo.
Da segnalare anche la mostra Futuro anteriore dei primi anni 2000 curata da Alina, Alino e Claudio del Comicon di Napoli con che riuscì a portare ad Angouleme e, addirittura in un fantastico museo di Seoul, autori che in Italia non erano considerati se non a livello sotterraneo. Io, Ribichini, Spataro, Squaz, Corona, Corradi, Bruno, Catania, Canottiere, Petrucci, Misesti, Morgante, Pepe, Gorni, Rosenzweig, D’Agostino.

In queste offuscate memorie ho sicuramente infranto il continuum spazio temporale e tralasciato di citare molti autori e realtà dell’autoproduzione di quegli anni. Ho cercato di attenermi a nominare tutti (o quasi) quelli che ho conosciuto personalmente e con cui ho avuto a che fare. Questo non toglie vi fossero tanti altri validi autori e ottime pubblicazioni.
Chiedo scusa a tutti, ma sono memorie scritte di getto senza consultare nessun appunto, archivio, fonte o motore di ricerca. Come, in fondo, dovrebbero essere le memorie.
Basate esclusivamente su quello che resta in pochi neuroni segnati da decenni di fumetto underground e arte alternativa. Nonché da una certa propensione all’alcol.

Znort

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