
di Roberta Bezzi
in Il Resto del Carlino, domenica 1 novembre 2015
La vita di Pier Paolo Pasolini raccontata in una graphic novel.
Il lavoro di Costantini e Stamboulis dedicato al grande regista
Si intitola “Diario segreto di Pasolini”, la nuova graphic novel scritta e disegnata a quattro mani da Gianluca Costantini e Elettra Stamboulis, per le edizioni BeccoGiallo. Ufficialmente presentata venerdì scorso alla Fiera ‘Comis and Games’ di Lucca, il volume è già nelle librerie e fa il suo ‘debutto’ pubblico a Ravenna domani alle 18, alla Feltrinelli, con la partecipazione degli autori. Giovedì 5 novembre, è in programma un secondo incontro al Dock61 in Darsena, dove sarà allestita anche una piccola mostra con alcuni dei disegni pubblicati nel libro. Il disegnatore e artista visivo Costantini e la fondatrice dell’Associazione Mirada, Stamboulis che si occupa di progettazione culturale e di organizzazione di eventi espositivi, hanno già realizzato insieme ‘Pertini fra le nuvole’, ‘Arrivederci Berlinguer’ e ‘Cena con Gramsci’, una trilogia sulla Sinistra italiana dalla fine della prima guerra mondiale a oggi, oltre a ‘Officina del Macello’ e ‘L’ammaestratore di Istanbul’. “In realtà – racconta Costantini -, questa volta lo spunto ci è arrivato direttamente dalla casa editrice, in occasione del quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini. Esistono già altri libri a fumetti su di lui, ma che trattano più che altro la fine della sua vita e non l’inizio, ossia gli anni dell’infanzia, dell’università, della giovinezza. Così, proponiamo un punto di vista diverso”.
Costantini si è lasciato ispirare soprattutto dal Pasolini regista, disegnatore e pittore. “In questo anno di lavoro – aggiunge -, mi sono fatto una cultura basata sulle sue foto e immagini, per cui ho cercato di seguire la sua visione estetica e anche la sua morbosità, dato che Pasolini metteva sempre qualcosa di sporco e cattivo. ‘Diario segreto di Pasolini’ racconta la vita di Pasolini prima di diventare l’intellettuale scomodo che tutta Italia ha conosciuto. Stamboulis, per i testi, ha invece tratto spunto dalle sue lettere private e dai suoi scritti. “Pasolini – afferma – ha avuto un’infanzia e un inizio di vita felice che contrasta con le immagini stereotipate dell’artista tormentato. La sua vita è paradigmatica, è un romanzo di formazione per tutti i ragazzi, che invita a interrogarsi su cosa significa crescere, perdersi, avere il senso delle proprie radici, avere paura…
Pasolini conosce per la prima volta il dolore quando muore il fratello partigiano Guido, ucciso alla fine della guerra da un gruppo di altri partigiani e gettato in una fossa comune. Il libro è anche un omaggio alle sue origini ravennati. Molti ricordano che la madre, la maestra Susanna Colussi, era nativa del borgo friulano di Casarsa della Delizia dove Pier Paolo andava spesso da bambino, ma dimenticano che il padre Carlo Alberto, ufficiale di carriera, apparteneva al ramo di una famiglia ravennate, i Pasolini dall’Onda”.