
Articolo 1. La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.
Due attrici, Silvia Pasello e Agata Tomsic, danno voce agli articoli della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Incarnano due figure provenienti da un altro mondo, forse dal futuro, che si interrogano su concetti chiave quali Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia, verificandone l’effettivo rispetto nel nostro tempo.
Dialogano con lastre d’acciaio, navicelle spaziali o porte di passaggio tra la loro e la nostra dimensione; due lamiere, che, percosse dalle attrici e rielaborate dal live electronics di Davide Sacco, si fanno strumenti musicali all’interno di un’ambientazione sonora da cui emergono le note della Nona Sinfonia di Beethoven. In tal modo, i suoni metallici, che richiamano al mondo delle miniere e delle acciaierie su cui si fondava l’economia dell’Unione europea ai suoi albori – quando ancora si chiamava Comunità europea del carbone e dell’acciaio – arrivano a fondersi con il famoso tema finale dell’Inno alla gioia, rappresentazione in musica dell’uguaglianza e fratellanza tra i popoli, la cui versione strumentale è eletta a Inno europeo nel 1972.
Che cos’è un diritto? Come viene tutelato? In che modo l’individuo entra in relazione con i limiti giuridici e politici con cui è organizzata la nostra società?
Queste alcune delle domande che risuonano all’interno di una drammaturgia plurilinguistica, in cui parola, suono e video giocano a scambiarsi vicendevolmente di ruolo. Altro elemento fondamentale sono infatti i disegni dell’artista-attivista Gianluca Costantini, premio “Arte e diritti umani” Amnesty International Italia 2019, che da anni si fa testimone con le sue opere della mostruosità del nostro presente. Emergono anch’essi dalla superficie delle lastre, assieme a immagini di realtà, per rivelare come i diritti dichiarati dalle nostre democrazie vengano ancora disattesi nella pratica.
Ci siamo accorti dell’esistenza di un diritto ad avere diritti solo quando sono comparsi milioni di individui che lo avevano perso e non potevano riacquistarlo a causa della nuova organizzazione globale del mondo. Questa sventura non derivava dai noti mali della mancanza di civiltà, dell’arretratezza e della tirannide; e non le si poteva porre rimedio perché non c’erano più sulla terra luoghi da “civilizzare”, perché, volere o no, vivevamo ormai realmente in un “unico mondo”. Solo perché l’umanità era completamente organizzata la perdita della patria e dello status politico poteva identificarsi con l’espulsione dall’umanità stessa.
Hanna Arendt, Le origini del totalitarismo



ideazione Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros
con Silvia Pasello e Agata Tomsic
drammaturgia Agata Tomsic
regia, disegno musicale, luci e video Davide Sacco
disegni Gianluca Costantini
costumi Laura Dondoli
consulenza per i dispositivi sonori Tempo Reale
direzione tecnica e consulenza luci Loris Giancola
leggio Stefano Franzoni
sartoria Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse
produzione ErosAntEros – POLIS Teatro Festival
in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana
in residenza presso Teatro Studio Scandicci, Teatro Era Pontedera, Tempo Reale Firenze
con il sostegno di Comune di Ravenna e Regione Emilia-Romagna
con il patrocinio di Amnesty International – Italia
grazie a Pietro Valenti, Marco De Marinis, Andrea Maestri, Gabriela Jacomella, Alessandro Santoro e la comunità de Le Piagge, Miriam e le ragazze di Libera Scandicci, il comitato del Viale dell’Umanità e dei Diritti Umani di Scandicci, Paolo Baldassini, Lorenzo Gheri, Dino Lorimer e a tutte le persone che hanno nutrito il percorso di ideazione dello spettacolo
debutto 18-20 ottobre 2019, Teatro Studio, Scandicci
durata 45 min
progetto vincitore del bando di residenze del Teatro della Toscana al Teatro Studio di Scandicci