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Gianluca Costantini
Sport Drawn

Basket Beats Borders

Illustrazione a quattro mani con Simone Colongo

Il campo profughi di #Shatila fu creato a #Beirut (#Libano), nel 1949, per ospitare 3000 rifugiati che fuggivano dal loro paese e dalle violenze perpetrate dalle forze sioniste. Un paese, la Palestina, che non avrebbero mai rivisto. Al giorno d’oggi, circa 25.000 persone vivono in questo campo di 1 km2. Rifugiati siriani e lavoratori migranti provenienti da paesi dell’Asia, come #Bangladesh e #SriLanka, e da paesi africani hanno trovato rifugio a Shatila. Tuttavia, essi vivono in condizioni precarie e malsane, dal momento che nel campo mancano spesso l’acqua potabile, l’elettricità e spazi aperti dove incontrarsi, giocare e divertirsi.

Dal 2016 Sport Against Violence (SAV), un’associazione italiana attiva nel promuovere lo sport in Italia e in Iraq, assieme alle squadre di basket popolare autogestite degli All Reds, Atletico San Lorenzo e Les Bulles Fatales, ha supportato il Palestine Youth Club (PYC), una squadra di basket femminile composta da ragazze che vivono nel campo profughi e nei dintorni. Negli ultimi tre anni, il progetto Basket Beats Borders (BBB) ha permesso al PYC di viaggiare e giocare con le rispettive controparti europee in Italia e nei Paesi Baschi. Lo scorso ottobre, una delegazione formata da membri di SAV, delle squadre italiane e del movimento spagnolo Deporte de Calle ha visitato e giocato con le ragazze del Palestine Youth Club a Shatila.

Supporta la campagna “Food Baskets Beat Borders” di Basket Beats Borders https://chuffed.org/project/fbbb

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