
“Vostro figlio è stato trovato senza vita.
Crediamo si sia suicidato.”
Ma qualcosa non torna e chi conosce Mario Pacciola lo sa.Era un ragazzo estroverso, che ha giocato a basket qui a Rione Alto e che ha viaggiato da sempre per missioni umanitarie. E’ stato ritrovato, senza vita, nel cuore di un quartiere poverissimo colombiano con tagli su tutto il corpo e strane lesioni, come di tortura.
“Io so solamente che dal venerdì 10, la scorsa settimana, mio figlio era in uno stato di grande sofferenza e agitazione” ha raccontato la mamma, “mi diceva testualmente: “mamma devo tornare a Napoli, devo assolutamente venirmi a bagnare nelle acque di Napoli, a casa”. Poi, poco dopo, mi chiamò e mi disse che aveva sbottato con alcuni dei suoi capi, che aveva parlato chiaro e che, così mi disse, si era messo “in un pasticcio”. Voglio precisare che mio figlio non tollerava le zone grigie. Era un uomo totalmente votato alla legalità e contro le ingiustizie. Questa sua rivelazione, seppure accennata, mi mise in grande agitazione: so bene che mio figlio non tollera operazioni strane, o missioni non giuste. Ecco perché mi preoccupai molto. Solo pochi giorni fa, mi diede la bella notizia che mi aveva rassicurato ed illuso: “Mamma ho trovato il biglietto aereo, per tornare, parto il 20 luglio”. Eravamo tutti felici”
Poi la notizia, senza senso, del suicidio che sostengono le autorità locali. Un corpo martoriato e lesionato. Un volontario impaurito. Un ragazzo di questa città che voleva scappare da qualcosa che aveva visto o sentito.
Il governo adesso deve fare VERITA’.
Mario potevo essere io, poteva essere un qualsiasi volontario internazionale, poteva essere vostro figlio.
Non lo possiamo accettare.
Non così.
Davide D’Errico