
Di Donato Ungaro per Articolo21
Il 2020 è iniziato con Matteo Salvini al Pilastro, attaccato a un campanello che probabilmente gli è costato la vittoria alle Regionali: «Ci hanno detto che da lei parte una parte dello spaccio della droga qua in quartiere…». Poi, dopo pochi giorni, uno studente bolognese (sì, bolognese!) è atterrato a Il Cairo e lo hanno arrestato: era il 7 febbraio. Questo 2020 storto e bisesto sta finendo con Patrick Zaky ancora detenuto “preventivamente”; sì, preventivamente. Perché uno Stato totalitario deve prevenire chi respira Libertà; perché è contagioso. Peggio che il Covid-19 che è scoppiato lungo la via Emilia, con Piacenza – a un passo da Codogno – che aveva bisogno dei camion frigorifero per conservare le salme dei deceduti a causa del CoronaVirus. Tutto chiuso, tutti chiusi: nella speranza di evitare il contagio, con la musica sui balconi e gli arcobaleni che «…andrà tutto bene…». Ma intanto i ragazzi non potevano andare a scuola: poteva andar meglio… E poi appena il tempo di sistemarsi la FFP2 sul muso; e possiamo celebrare due compleanni che più tragici non si può. E sono due stramaledetti “gemelli”, che hanno compiuto nel 2020 quarant’anni precisi: 20+20. Ustica e la Strage del Due Agosto. Ottantun morti sul DC9, ottantacinque alla Stazione di Bologna: 166 anime assassinate. Con il racconto dell’ulteriore processo che vede alla sbarra Gilberto Cavallini, un altro dei personaggi che han collaborato alla mattanza del Due Agosto. E mentre l’anno si chiude, si affilano le armi del Diritto per il processo (storico, più che giudiziario) ai mandanti di quella strage: Licio Gelli sopra tutti, intervistato anni fa dai ragazzi, dagli amici della Associazione Pereira di Bagnacavallo (e che quest’anno si sono visti “scippare” quell’intervista da un programma Rai, senza neppure esser citati…). Continua