di Chiara Bissi per il Corriere Romagna
martedì 28 settembre 2021

Il suo disegno è noto nel mondo e identifica la vicenda umana e giudiziaria di Patrick Zaki, studente dell’università di Bologna, attivista per i diritti umani, incarcerato nel 2020 e ancora in custodia cautelare al Cairo. Il disegnatore ravennate Gianluca Costantini da tempo illustra la stretta attualità, sue anche le immagini di Giulio Regeni, il giovane ricercatore morto in Egitto, esposte in tutto il mondo.
Come è nata l’idea del disegno di Zaki?
Il 7 febbraio del 2020 alcuni attivisti egiziani mi contattarono per dirmi della scomparsa di Patrick. Così decisi di fare un disegno che pubblicai su Twitter, e di lì a poco è stato stampato ovunque. È una cosa che faccio spesso sul tema dei diritti, quello di Zaki ha avuto subito grande visibilità, nonostante non fosse un caso italiano. Ma Patrick è apparsa subito una persona che fa parte di una comunità.
Come è successo?
L’ attenzione sull’Egitto dopo Regeni è molto alta, poi quando sono coinvolti ragazzi giovani le persone si identificano come se fossero un fratello, un figlio, un
familiare insomma. La storia di Patrick si è espansa dai centri sociali al Senato, amministrazioni di centrodestra come Ferrara gli ha dato la cittadinanza. Un caso unico, Cè grande empatia, il che fa capire i pensieri degli italiani, che sono per l’accoglienza e il rispetto dei diritti”.
Crede che il disegno possa aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica?
«In casi come questo il disegno influisce sulle famiglie ed è di supporto ai prigionieri, quando vengono a sapere che qualcuno dall’altra parte del mondo si occupa di loro. I disegni attirano più delle foto, soprattutto sui social network. Ognuno ci vede quello che vuole in un certo senso. Nel mio caso sono molto semplici, una giornalista mi diceva che le persone li riempiono con i loro sentiment e grazie a questo ne vengono attirati. Lavoro in tutto il mondo, ma in Italia il disegno ha preso il sopravvento e ha sostituito la foto di Patrick e anche la famiglia e gli attivisti la usano.
Cosa pensa della manifestazione in occasione dell’OMC?
Non è la prima volta che ministri egiziani libici sono ospiti a Ravenna, rimane la retorica dei diritti umani, poi di fronte a interessi diretti si apre la contraddizione.
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