
Nella metà degli anni ottanta la società sportiva del FC St. Pauli di Amburgo compì una svolta che le fece cambiare completamente immagine: passò infatti da squadra tradizionale a vero e proprio fenomeno di culto. Il motivo è da ricercarsi nell’ubicazione dello stadio: la società trasferì la sede dello stadio nella zona del porto del quartiere vicino a #Reeperbahn, il quartiere a luci rosse centro della vita notturna. I tifosi adottarono come stemma non ufficiale il Jolly Roger, il teschio con le ossa incrociate; la società fu anche la prima in Germania a bandire l’ingresso nel proprio stadio a tifosi di estrema destra. Grazie a queste decisioni, il club passò da una media spettatori di 1.600 persone (1981) ad una di 20.000 persone (fine anni novanta).
Per i tifosi del St.Pauli non contano i titoli, le coppe, non conta battere le superpotenze del calcio teutonico o giocare in palcoscenici europei. La cosa più importante, da queste parti, è non essere come loro. La propria identità come centro dell’universo.
L’Hells Bells degli AC/DC prima della partita, Song 2 dei Blur ad ogni gol, la pubblicità pre-gara che si interrompe 15 minuti esatti prima del fischio d’inizio, perché da quel momento in poi conta solo il ruggito della folla. Qui il video di inizio partita: