
Di Elettra Stamboulis per Roots Routes Magazine
Il fumetto forse è la patria della transmedialità. Per sua natura inadatto, ibrido e bisognoso di stampelle autorevoli da arti che anche nell’ordine vengono prima (per arrivare al fumetto bisogna contare fino a nove, è “solo” la nona arte) ha sempre costituito un materiale dal quale, attraverso il quale e verso il quale si poteva viaggiare in altri medium, costruire mondi. L’universo espanso come viene definito da Jenkins e da altri, è solitamente letto in un’ottica economica e ludologica, che attiene all’area dell’intrattenimento. Minore attenzione è stata posta invece alla transmedialità che non è direttamente consequenziale alla vendita di prodotti, alla consumazione narrativa. Eppure a partire dal fenomeno Zerocalcare, che realizza addirittura miniature dei personaggi dei suoi fumetti, il fumetto d’autore non è nuovo a questi passaggi. Continua







