
Quando, nel 1906, la svedese Hilma Af Klint iniziò a creare dipinti radicalmente astratti, fu una pioniera: audaci, colorati e senza legami al mondo fisico. Passarono diversi anni prima che Vasilij Kandinskij, Kazimir Malevich, Piet Mondrian e altri compissero passi simili per liberare le proprie opere d’arte dal contenuto descrittivo.
Tuttavia Klint raramente espose i suoi dipinti straordinariamente lungimiranti e, convinta che il mondo non fosse pronto per loro, stabilì che non venissero mostrati per vent’anni dopo la sua morte. Quindi la sua opera rimase quasi nascosta fino al 1986, e solo negli ultimi tre decenni i suoi dipinti e lavori su carta hanno ricevuto una seria attenzione.
Gli anni in cui Hilma opera, sono quelli in cui il mondo dell’invisibile si rivela tutto d’un tratto. Se fino ad allora le scoperte scientifiche avevano interessato il mondo visibile, e le manifestazioni artistiche avevano rappresentato il reale, ai primi del Novecento le barriere tra i due mondi si vaporizzano in un istante. Meccanica quantistica e divisibilità dell’atomo fanno la loro comparsa per la prima volta, Freud pubblica i suoi primi saggi, Einstein introduce la Teoria della Relatività. In questo scenario rivoluzionario va collocata la figura di una donna, istruita e dalla sensibilità straordinaria, che guarda alla scienza e alla fisica come strumenti per accedere a un universo aldilà del visibile.
If I want to show the world as it is, I have to invent it. Hilma af Klint
Le 193 opere prodotte in questi anni sono i primi esempi di Arte Astratta del mondo moderno. E sono opere già mature e complete. Figlie di una consapevolezza artistica originale e sicura. Diversamente da quanto accadrà con i primi lavori dei padri dell’astrattismo: tentativi più acerbi di avvicinamento alla nuova tecnica.
Un approccio rivoluzionario all’arte, quello di Hilma, che da molti del tempo non sarà apprezzato, né compreso. Nemmeno dallo stesso Steiner, fondatore di quella dottrina antroposofica alla quale Hilma faceva riferimento, che consiglierà alla donna di non esibire le sue opere per almeno mezzo secolo.
E di anni ne passeranno, prima che i capolavori dell’artista svedese vengano alla luce. Le opere di Hilma af Klint non saranno mai esposte nel corso della sua vita. Nascoste per decenni nello scantinato di una residenza di famiglia, le sue tele, appunti e disegni saranno lasciati in eredità al nipote dell’artista, assieme a due clausole inscindibili: non potranno mai essere venduti; non potranno essere esibiti prima dei vent’anni dalla morte dell’autrice.
Le opere di Klint non possono essere vendute e, quindi, possedute da nessun museo, ma la Fondazione a lei dedicata ha stipulato un accordo con il Moderna Museet di Stoccolma, che esibirà costantemente le opere di Hilma af Klint, tra quelle della collezione permanente.
****************
Testi tratti da:
1) “Al Guggenheim di New York la mostra di Hilma af Klint pioniera del secolo scorso” di Francesca Magnani per ARTRIBUNEhttps://www.artribune.com/…/al-guggenheim-di-new-york…/
2) “Hilma af Klint, madre segreta dell’Astrattismo” di Sara Izzi per The Lost Avocadohttps://www.thelostavocado.com/hilma-af-klint-astrattismo/