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Gianluca Costantini
Political Comics

Climate Change Warriors

16/17/19 giugno, Temperature – Illustrare il cambiamento climatico,
Casa del Parco Adamello, Cevo (BS)

Un progetto di Gianluca Costantini e Laura Silvia Battaglia
Con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e del Master in giornalismo dell’Università Cattolica di Milano

In mostra: Vittoria Adorno, Gaia Ania, Matteo Braghin, Sellienite, Diandra Cannata, Oscar Capalbo, Caterina D’Angelo, Chiara De Nunzio (Sunny), Laura Fioresi, Francesca Forganni, Margherita Govi, Christiansen Andres Krook Erin, Simona Liol, Alice Marchi, Rodolfo Marin, Giulia Sanna, Irene Sara, Francesca Sfondrini, Caio Tripodi, Helena Baumeister e Debora Volpi

“Le mille battaglie per un ambiente migliore” di Laura Silvia Battaglia

Ad andare indietro nella storia dell’attivismo climatico, si scoprono molte cose: per esempio, che il padre della nostra sensibilità in merito, è un americano, Aldo Leopold, che giocava con gli scoiattoli fino ad odiare il padre che sparava agli stessi durante le battute di caccia. Tanto la cosa non gli andava a genio, che decise di difendere a corpo morto flora e fauna americane, restituendoci un immenso patrimonio forestale che è tuttora protetto. 

Si scopre anche che l’attivismo climatico non ha nazionalità, latitudine, colore, sesso, background professionale o culturale: sono e sono stati attivisti contadini, giocatori di calcio, operai, studenti, fotografi, casalinghe, docenti universitari, scienziati, cartografe, biologhe marine, ragazzine e bambini. Vivono in quattro continenti e sono persone da poche parole e molti fatti. 

Gli stessi che hanno portato alcuni di loro, soprattutto rappresentanti di popoli indigeni in Africa Subsahariana e nell’America del Sud o Centrale, ad essere oggetto di persecuzioni fino alla morte, come insegna il caso di Berta Càceres, giustamente ritenuta la figura di attivista climatica più rilevante, che ha ispirato generazioni di persone ovunque nel mondo. 

Andare indietro nella storia dell’attivismo climatico significa anche prendere coraggio per proseguire in avanti: e farlo nonostante l’indifferenza dei governi, delle multinazionali, della popolazione dei Paesi ricchi, dei doppi standard culturali che scaricano sui Sud del mondo responsabilità, scorie e conseguenze del consumo di pochissimi contro milioni. 

Per questo è interessante scoprire che il movimento degli attivisti climatici globali sembra anche essersi stancato di rimanere inascoltato e di essere sbeffeggiato in consessi internazionali: il caso di Severn Cullis-Suzuki e della più nota Greta Thunberg sono esemplari. Adesso, c’è chi rivendica un’azione meno morbida e meno pacifica, anche se comunque mai rivolta contro le persone ma di certo rivolta contro oggetti-simbolo di una cultura opulenta e indifferente al Creato: sono dei singoli come Andreas Malm o Gianluca Grimalda o si riuniscono in collettivi come “Ultima Generazione”. Ma tutti hanno un unico, solo obiettivo: è ora di dire basta allo sfruttamento insensato e intensivo del pianeta. Ed è ora di farlo con ogni mezzo possibile.

Climate Change / Accademia di Belle Arti Bologna / Italy

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