Gianluca Costantini: «Abbiamo raggiunto l’obiettivo che abbiamo inseguito in tutti questi anni, il mio stupore è diventato felicità»
Intervista di Francesco Rosano per Il Corriere di Bologna
20 luglio 2023

«Stupore. Tanto stupore, come quello provato ieri (martedì per chi legge, ndr.) di fronte alla condanna. Ma adesso c’è anche tantissima felicità». È passata mezz’ora da quando le agenzie hanno battuto la notizia che Gianluca Costantini — il fumettista che con il suo tratto ha reso Patrick Zaki un’icona — aspettava da anni: il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha concesso la grazia, lo studente egiziano dell’Alma Mater è finalmente libero. E oggi, ha annunciato il premier Giorgia Meloni, sarà già in Italia.
Il disegno di Costantini che immortala il momento, anche questa volta, arriva in un attimo e rimbalza sui social: Patrick che spezza le catene davanti al suo volto. Appena 24 ore prima erano gli occhiali spezzati di Zaki il simbolo della condanna, con la prospettiva di altri 14 mesi in cella. «Non ci si sta dietro a questa “follia” egiziana… — allarga le braccia il fumettista e attivista — ma questa è una bellissima notizia. Sono contentissimo. Non ci aspettavamo una soluzione così rapida, è davvero una festa, tutto ciò che volevamo. Abbiamo raggiunto l’obiettivo che abbiamo inseguito in tutti questi anni».

Difficile, per Costantini, negare un certo stupore per ciò che appare come un punto segnato in politica estera dal governo Meloni. «Non mi sembrava che avessero fatto nulla per il caso di Patrick. Potrebbe essere una grande coincidenza che sia accaduto adesso — dice il fumettista — o forse hanno davvero agito bene e fatto ciò che doveva essere fatto, nonostante noi pensassimo male». Adesso c’è un ultimo traguardo da tagliare.
Quello del rientro a Bologna di Zaki. Inimmaginabile fino a 48 ore fa e adesso vicino, vicinissimo. «Cosa mi aspetto? Una grande festa popolare. Perché la battaglia per Patrick è stata di tutti a Bologna, ha coinvolto tutti gli strati sociali e i gruppi politici. Adesso sarà una festa di tutti — scommette Costantini – e potremo tornare in piazza, finalmente, con lui».

Non mancheranno i luoghi per festeggiare il ritorno dello studente egiziano, fresco di una laurea conseguita due settimane fa in videocollegamento dall’Egitto. In questi ultimi tre anni e mezzo la battaglia pacifica per la liberazione di Zaki ha lasciato dei segni a Bologna: il volto di Patrick sotto le Due Torri, la panchina verde disegnata da Costantini per il Corriere di Bologna e poi installata dall’amministrazione Lepore nel cortile di Palazzo d’Accursio come luogo dell’attesa. «Gli faremo fare il giro di tutte le cose che sono nate a Bologna per lui. La panchina, il suo ritratto, le sagome nelle aule dell’Università. Ma immagino che vorrà incontrare soprattutto tutti quelli che hanno continuato per tanto tempo a chiedere la sua libertà».