
di Boris Battaglia
Tanti anni fa mi trovavo a Firenze inviato dal PDS a un corso di formazione sull’immigrazione. Mi ricordo che una sera a cena un vecchio militante mi disse qualcosa che suonava più o meno così: no, perché sai per me il Partito è come una Chiesa. Ammetto che la cosa mi scandalizzò, a me che, sbagliando, non ero passato a Rifondazione (avrei sbagliato comunque) solo perché mi sembrava che da quest’altra parte tirasse un’aria più libertaria. Fui coglione, ma a mia difesa va detto che ci misi poco ad accorgermene.
Eppure quell’idea della Chiesa di quel vecchio compagno aveva una base di fondatezza.
Mi spiego.
Lo so che adesso è comodo: dare un giudizio dalla prospettiva in cui mi trovo, cioè a posteriori, sull’operato di un personaggio politico. Ne conosco le conseguenze. Ma non è che le posso rimuovere. Nemmeno freudianamente. Quindi condivido abbastanza l’analisi che Lucio Magri fa ne Il sarto di Ulm (il Saggiatore,2009) della storia del PCI dal XII Congresso agli anni ottanta e credo sia un dato di fatto che Enrico Berlinguer, durante la sua segreteria, non ne abbia azzeccata una. Continua