di Davide Brullo
su LaVoce, n.303 1 novembre 2016
The Italian Cartoonist Unmasking the Powerful. Il disegnatore che smaschera il potere. Così una rivista internazionale ha descritto Gianluca Costantini. Non è un vezzo romantico. Costantini, dotato di una tecnica straordinaria (insegna alle Accademie di Belle Arti di Bologna e Ravenna, recentemente è stato omaggiato dal Presidente turco Erdogan. La scorsa estate la Turchia ha oscurato il suo blog, reo di pubblicare vignette non inchinate, ribelli. Ora Costantini, per Nda Press, ribelle e risorto editore riminese, pubblica Le cicatrici tra i miei denti, cioè una << antologia e ritratti di poesia in lotta>> (pp. 140, euro 10). Da Anna Achmatova (<<ad un dio che non ci ha salvato>>) a Yukio Mishima, da Antonin Artaud ad Attilio Bertolucci (<<lasciami sanguinare sulla strada sulla polvere sull’antipolvere sull’erba>>), da William Blake a George Gordon Byron, da Primo Levi a Pessoa e Pasolini, i ritratti di Costantini (su cui colano, intelligentemente, i versi) creano una specie di album folle. Che conduce a una idea di fondo: la poesia è sempre in lotta. Lotta contro la Storia, contro l’umanità, contro il linguaggio, contro il potere. I poeti, invisibili e villipesi, reggono sul filo di un aggettivo le sorti del mondo, <<io sono qui, sono sempre qui>>, bercia il dionisiaco Rimbaud. I governi crollano, i poeti restano.