
Mi sono svegliato presto, un’inaugurazione mi aspetta a Pesaro, un evento particolare. C’è un prima: sono già stato varie volte in questa città per parlare di diritti umani. C’è un gruppo di Amnesty che si è affezionato al mio lavoro di disegnatore e che crede che sia utile per fare educazione civica con i ragazzi e non solo. Questo mi rende felice e sempre disponibile per le loro iniziative. L’evento di oggi è particolare perché rimarrà, permanentemente, nella scuola. La professoressa Paola Moresco in collaborazione con Cristina Campagna di Amnesty Pesaro cercano sempre nuove idee per coinvolgere i ragazzi e le ragazze nella conoscenza dei diritti umani.
Questa volta l’idea è quella di allestire una mostra al Liceo Mamiani che raccoglie i 60 ritratti che ho realizzato per l’anniversario dei 60 anni di Amnesty e che sono stati raccolti nel libro “Human Right Portraits” pubblicato da BeccoGiallo. I 60 ritratti devono accogliere gli studenti, tutti i giorni, all’entrata della scuola. Centoventi occhi incroceranno gli sguardi degli studenti e delle studentesse.



L’allestimento è stato curato dagli studenti dell’istituto in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Mengaroni e con il fondamentale aiuto del collaboratore scolastico Davide Bartolomeoli, è un evento che ha coinvolto molte persone.
Il treno che da Ravenna porta a Pesaro è molto rilassante, spesso si intravede il mare, molti anni fa ho percorso il tratto fino a Rimini per un anno intero, per tutto il periodo del mio servizio civile. Conosco molti scorci, case, stazioni dei treni a memoria. Era un tempo senza cellulare e l’unica cosa che facevo nel viaggio era leggere e guardare fuori. Ora invece mentre mi avvicino a Pesaro il mio pensiero è sempre al lavoro, cerco sempre di inventare nuovi modi per comunicare e raggiungere più persone possibili. La comunicazione è veramente un’arte interessante. Anche un semplice post su Facebook può cambiare le cose, avvicinare qualcuno a temi lontani e difficili, anche un semplice commento è utile. I diritti umani sono sempre in pericolo e ho bisogno di accedere delle piccole luci su alcuni casi inascoltati, per abbattere l’indifferenza.
In stazione Cristina mi aspetta, come tutte le mie volte qui a Pesaro, e andiamo insieme verso la scuola, mi racconta di alcuni eventi che hanno organizzato. I gruppi di Amnesty sono veramente speciali, ne ho ormai incontrati molti e quasi tutti sono speciali, indifferentemente dalle età anagrafiche. Arrivati a scuola, l’attenzione è altra. Ci sono molti giornalisti e fotografi che ci aspettano, ci accoglie Roberto Lisotti il dirigente scolastico e quasi subito si aggiunge Camilla Murgia l’Assessora alle Politiche Giovanili e il dirigente USP Alessandra Belloni.
Ci fanno tante e foto e una studentessa legge un bellissimo testo sulla mostra e sull’importanza dei diritti umani, è un bel momento, solare, emozionante.

Un sagoma di Patrick Zaky è attaccata al muro vicino alle scale e anche il mio disegno di una donna che si taglia i capelli è esposto al primo piano. Ci stiamo dirigendo verso l’aula magna, parlerò del mio lavoro. E pensare che ero una persona molto silenziosa, che ascoltava distrattamente, che apprendeva con difficoltà. I ragazzi sono tanti circa settanta, inizio proprio così, con il raccontare chi ero, tutti i miei problemi scolastici e di quanto l’Istituto d’Arte mi abbia salvato la vita, accudito come un figlio. Poi parliamo dei disegni, dell’arte e dei diritti violati.





I ragazzi ascoltano, ma fanno poche domande, succede spesso ultimamente. Ascoltano in grande silenzio e grande attenzione, prendono appunti, ma forse le cose che racconto sono troppo drammatiche per le loro età, troppo apparentemente impossibili da risolvere. Ma so che alcuni di loro faranno qualcosa, quando sentiranno il nome di Patrick Zaki sapranno dire ai loro genitori la sua storia, quando sentiranno il nome di Mahsa Amini sapranno che è stata uccisa per una ciocca di capelli fuori dal suo velo. Sapranno.
Ecco perché è importante andare nelle scuole, parlare, conoscere, frequentare gli insegnanti, quelli veri, quelli che non esiste solo il programma. Come quelli che mi hanno salvato in quel momento difficile per me, tanti anni fa, prima di prendere il treno che mi portava a Rimini.
***************
Tutte le foto sono di Lucilla e Simone del corso di Audiovisivi e Multimedia del Liceo Artistico Mengaroni.
Grazie anche agli insegnanti: Anna Maria Benvenuti, Chiara Francesconi e Francesco Ciaroni.